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Intervista alla Prof.ssa Chiara Simonelli - Sessuologa, già Professore Associato
“La Sapienza” Università di Roma
“Convivere con un corpo cambiato”
Come si può aiutare una donna durante il percorso della malattia a (ri)sentirsi femminile?
Risentirsi femminile e aiutare la coppia a rinsaldarsi in un momento così sconvolgente sono due argomenti salienti.
Tutte le donne, a prescindere dal percorso oncologico, si possono sentire un po' inadeguate riguardo la propria
femminilità e talvolta la propria sensualità. È fondamentale concentrarsi sullo stato emotivo e sull'identità della donna prima della diagnosi, al fine di aiutarla a mantenere un senso di valore e apprezzamento nelle relazioni interpersonali.
Questo processo può essere paragonato alla creazione di un abito su misura, in cui la disponibilità, la flessibilità e la
motivazione della donna verso il recupero giocano un ruolo chiave nel rendere il percorso più agevole.
Con la malattia una donna può aver scoperto di essere più resiliente, più forte rispetto alla vita e alle sue avversità.
Al contrario, può provare angoscia o vergogna, per esempio, per gli aspetti legati al cambiamento del corpo.
È necessario individuare i punti più problematici per lei e partire da lì per la ricostruzione dell'immagine di sé e di
quegli aspetti, come la sessualità, che inevitabilmente con la malattia sono finiti in fondo alla lista delle priorità.
Il primo suggerimento è di non sentirsi in colpa, bisogna prendersi del tempo per capire dove siamo e cosa si può
fare per recuperare quel benessere che già conosciamo. E poi non bisogna vergognarsi, non avere remore a
parlarne sia con il medico curante che con il partner. Il silenzio non aiuta e alimenta il senso di inadeguatezza: ci si
può facilmente sentire fuori luogo a chiedere e a parlare di un aspetto che erroneamente viene ritenuto secondario
talvolta anche dal personale sanitario.
La sessualità è un'esperienza di piacere che stimola la produzione di ormoni che ci fanno sentire vive e gioiose.
In particolare, la donna che sta affrontando un percorso di cura può incontrare difficoltà nel ritrovare il proprio
desiderio sessuale. È importante, quindi, offrire supporto alla donna per lavorare sul suo senso di inadeguatezza
corporea. Ad esempio, si può consigliare di prendersi cura di sé anche dal punto di vista estetico, come recarsi dal
parrucchiere o truccarsi, aiutandola a riconciliarsi con un corpo che è cambiato.
Quali possono essere gli altri trattamenti?
Spesso, il senso di vergogna legato all'immagine corporea femminile può influire negativamente sull'intimità di
coppia. È importante accettare i cambiamenti del corpo senza rinunciare al piacere, poiché l'obiettivo è sempre
quello di godere di una relazione intima e gratificante con il partner. Questo implica la possibilità di sentirsi vicini, di
condividere l'intimità e di esprimere i valori e le fantasie sessuali che ogni donna attribuisce alla propria sessualità.
Bisogna parlare apertamente con la paziente anche di pratiche alternative, perché si può raggiungere il piacere
sperimentando nuovi comportamenti o sensazioni legati al proprio immaginario erotico, alle fantasie che ogni
donna porta con sé, magari solo per un periodo e ovviamente sempre partendo da quelli che sono i desideri e il
bagaglio anche culturale della donna.
Si accompagna la donna a un nuovo percorso di intimità, ad avvicinarsi al partner senza la paura di essere rifiutata, a
scambiare piacere a un altro livello.
La donna che affronta il cancro deve rivendicare il diritto di riacquistare gioia, fiducia e di ritrovare la propria
femminilità. Nonostante le sfide che può incontrare durante il percorso di cura, è importante ricordare che la sua
identità e il suo valore come donna rimangono intatti.
I contenuti di questo Sito Web sono di natura puramente informativa.
È opportuno consultare sempre un medico prima di prendere qualunque decisione circa il proprio stile di vita.
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